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La leggendaria pipa Chioggiotta (seconda parte)

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La leggendaria pipa Chioggiotta (seconda parte)

Unica delle pipe in terracotta, quella chioggiotta, ha quasi sempre tre fori sul fondo della caldaia. Gli esperti sostengono che potrebbe trattarsi di un espediente tecnico per evitare che il tabacco otturasse un unico foro. Nel 1765 a Londra, inviati della Serenissima scoprirono della creta che credevano eccezionale. Inviato con tutta cura a Venezia un esemplare e fatto analizzare risultò inferiore alla qualità della creta del Po. I Chioggiotti risposero con orgoglio che avrebbero continuato così come sempre era stato fatto. Alla fine dell‘800 costava, a seconda della bellezza, uno o due centesimi. Si vendeva separata dalla "canna", il bocchino, che costava un centesimo. Un documento del 1891 parla di una produzione di 11.300 pipe al giorno, costruite dalle sei fabbriche esistenti. Lo stesso documento fa anche il calcolo della produzione annua. 4.680.000 pipe. Un dato eccessivo, improbabile, dicono gli studiosi, anche se Chioggia esportava un po‘ dappertutto le sue pipe. Particolarmente importante è che la pipa chioggiotta con il suo potere assorbente dà un fumo depurato da catrame e nicotina. Fumare una pipa in terracotta è fumare soltanto tabacco. E‘ assodato che nella pipa chioggiotta va fumato un tipo di tabacco che più piace e non soltanto tabacco robusto, probabilmente, i nostri vecchi, se avessero avuto la possibilità non avrebbero sicuramente disdegnato un tacco inglese … La pipa buona, alla prima fumata, non necessita di alcun rodaggio e forma poca crosta, perchè essa stessa ha la funzione di una vera e propria crosta dato che il materiale è cotto a temperatura talmente alta da non contenere alcuna traccia di materia organica e combustibile che possa alterare il sapore del fumo, come succede per la pipa di legno.
Manuel S.

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