L‘Arte di Fumare la Pipa: parte X

Epilogo (parte prima)
Così concludiamo queste pagine de “L’Arte di Fumare la Pipa”: pagine piene di venerazione, pagine illuminate con la luce della nostra innata convinzione che il fumare la pipa contiene una promessa di beatitudine. Se a volte il mio entusiasmo è sembrato sfrenato, non me ne dispiace.
Perché il mio obiettivo era non soltanto quello di insegnare le regole del gioco, ma di accendere nel cuore del lettore il fuoco di quell’amore meraviglioso che unisce il fumatore e la sua pipa. Ma anche questo non è tutto.
Perché, proprio come un uccello che batte le ali provoca ingegnosamente una vibrazione che interessa l’intero universo, così il giusto modo di fumare produce effetti che vanno ben più lontano del consumare un migliaio di libbre di tabacco, l’uso di centinaia di pipe o l’accensione di vagonate di fiammiferi.
Il giusto modo di fumare deve avere un significato più alto: deve trasformare e ringiovanire la nostra visione del mondo. Il mondo apparirà molto diverso a chiunque sia in grado di prendere la sua pipa, fumarla tranquillamente secondo la migliore pratica e godersela fino all’ultima boccata.
L’accorto fumatore di pipa si accorgerà come la sua conoscenza si approfondisca e si ampli, la sua consapevolezza diventi più chiara e acuta. Mentre il mondo attorno a lui va gradualmente restringendosi e perdendo il suo rigido contorno, egli acquisisce doni spirituali quali la serenità e la pace del pensiero. (...continua).
tratto da "L’Arte di Fumare la Pipa" di Joaquin Verdaguer

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