"Sfatiamo un mito: i fumatori di pipe non sono anziani. L‘immagine del nonno che fuma la pipa è obsoleta. I miei clienti hanno un‘età media di 30-45 anni”. A dirlo è Michele Brentegani, veronese di 31 anni, che da sei anni, quasi per caso, ha trasformato un hobby in una professione, dando vita al brand Brentegani Pipe e finendo nella top list italiana di costruttori di pipe secondo Diego Morlin, autore del libro "La pipa. I migliori marchi italiani” (Attilio Fraccaro Editore, 2020).
"Ha presente la pipa lunga che fuma Galdald nel Signore degli anelli? Ecco, qualche anno fa, quando cantavo in una band metal, il batterista tornò da un viaggio in Irlanda con una pipa del genere, col bocchino lungo. E pensai che la volevo anch‘io ma, a differenza sua, io me la sarei fabbricata da solo”. Complici la passione per la lavorazione del legno e la possibilità di usare un laboratorio di bricolage dismesso dal nonno, nella zona di Borgo Roma, la pipa dei suoi desideri prende forma. "La mia prima esposizione è stata PipAlp Dolomiti 2018, una mostra mercato per fumatori di pipa a Barcis, in provincia di Pordenone. Un‘occasione unica per incontrare altri artigiani, confrontarci, scoprire nuove tecniche e nuove interpretazioni. All‘inizio tutti mi consigliavano di lasciar stare, forse perche erroneamente si tende a credere che il lavoro dell‘artigianato sia demodè, eppure è proprio nell‘arte manuale che si tramanda il substrato di società, coi suoi usi, costumi ed evoluzioni.
Le pipe, dopo la metà del secolo scorso, erano molto diverse da quelle di oggi, spiega Brentegani, perché si poteva fumare ovunque, a casa, in ufficio, al ristorante. Una comodità che consentiva alla fumata di essere più lunga rispetto a quella di oggi, che avviene all‘aperto, magari chiusi fuori sul poggiolo.
Ecco che le pipe iniziano a cambiare forma, diventando più affusolate, leggere e agili da maneggiare. E con loro cambiano anche i fruitori: gente giovane, votata alla velocità e alla praticità, abituata a esplorare, conoscere e acquistare online. Non ho un negozio monomarca o un sito di e-commerce, precisa, perché ho deciso di comunicare chi sono e cosa faccio tramite i social network. Per assurdo, quest‘ultimo anno c‘è stata un‘impennata dal punto di vista dei contatti e delle vendite perché il confinamento ha portato le persone ad utilizzare di più i supporti informatici. Una prassi favorevole per la mia vetrina digitale.
è ormai obsoleta l‘immagine di un artigiano votato solo all‘analogico, tanto che Michele Brentegani dedica la prima parte della giornata al marketing della sua azienda a socio unico e poi alla produzione. La web agency We Are Funnel di Verona segue i suoi canali Facebook e Istagram, programmando post e storie in inglese e italiano. Il suo obiettivo? Diventare un mastro pipaio high grade e allargare il mercato, che oggi funziona tramite rivenditori in tutta Italia e su siti specializzati come www.lepipe.it, anche all‘estero.

Marianna Peluso
Dall‘articolo pubblicato sul Corriere di Verona il 14 Maggio 2021