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Pipa Allutonada o Pipa dei Pastori

Pipa Allutonada o Pipa dei Pastori

Il paese di Teulada è riuscito a custodire antichi "lavori" che lo contraddistinguono rispetto al resto del territorio. Tra questi c‘è anche la creazione della pipa allutonada, caratteristica pipa teuladina in terracotta rivestita di ottone.

Virgilio Meloni classe 1940, è uno degli ultimi artigiani che mantiene vivo questo mestiere, secondo tradizione. «I vecchi facevano le pipe come passatempo. Ho imparato guardandoli e facendomi spiegare i trucchi del mestiere».

Per creare la pipa teuladina, sono indispensabili: argilla, noce (o sambuco) e ottone. Le fasi della lavorazione hanno un preciso ordine e ciascuna con i suoi tempi. Ogni pipa allutonada è diversa per tipo di cannello, per la sua forma e per come è rivestita.

Il primo pezzo della creazione è il cannello. «Solitamente è fatto in sambuco o in noce. Anticamente veniva fatto anche in castagno o addirittura in oleandro. In quest‘ultimo caso, per togliere il sapore amarognolo, maligosu, del legno, veniva lasciato a mollo nel filuverru. In ogni caso una volta tagliato, il pezzo di legno, viene immediatamente scavato con un ferro arroventato e poi lasciato in forma per tre mesi in modo che si incurvi». A questo punto il cannello va abbellito: «Viene pulito e disegnato con un ferro arroventato».

Dopo il legno, l‘altra materia prima è l‘argilla. «L‘argilla è sempre la stessa, quella delle campagne intorno al paese. Viene lasciata a mollo per un giorno intero, dopo si passa al setaccio e si lascia asciugare dall‘acqua per due giorni». A questo punto è pronta per essere lavorata. «Da una prima pipa plasmata a mano, si crea il calco in gesso per farne una serie». Dal calco al forno: «Una volta tolta la pipa dalla formina, si scava il fornello e si fanno gli ultimi ritocchi. Viene fatta asciugare all‘aria almeno dieci giorni prima di essere cotta».

Ormai manca solo l‘ultimo tocco per fare di una pipa in terracotta la pipa allutonada di Teulada. «L‘ottone prima di andare a rivestire la terracotta, viene arroventato e tagliato come un vestito su misura della pipa che lo indosserà».

L‘altro particolare che contraddistingue la pipa teuladina è il suo cappello, sempre in ottone. C‘è una precisa spiegazione a questa peculiarità. «La pipa era usata da pastori, allevatori, comunque da uomini che lavoravano all‘aperto. In caso di pioggia il cappello della pipa impediva che il fuoco si spegnesse. Mentre di notte, se non volevano essere individuati, il capello impediva che si vedesse la luce a distanza».

Con una lavorazione secondo tradizione, i pezzi sono limitati. «In un anno, al massimo, riesco a crearne cento». D‘altronde questi sono i numeri se si considerano i tempi necessari per la preparazione e quelli per il reperimento dei materiali.

La pipa allutonada è un gioiello della tradizione a disposizione di coloro che apprezzano i lavori d‘altri tempi. La speranza è che, la creazione della pipa teuladina, "passatempo" tanto in voga tra gli uomini del paese sino al secolo scorso, resti ancora viva nelle mani dei giovani a memoria ed orgoglio delle proprie tradizioni.

Giorgio T.

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