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Pipaplegico

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Pipaplegico

Perchè di questo titolo? Circa tre anni fa, a causa di un incidente in sala operatoria sono uscito da essa tetraplegico ed ora mi ritrovo seduto in una sedia dotata di due piccole ruote davanti e altrettante due, ma grandi nella parte posteriore. Il vantaggio è che mi ritrovo in pensione anticipata e con una grande passione per la pipa, tant‘è vero, che sono arrivato ad avere una bella collezione di un paio di centinaia di radiche e non. Il tutto è cominciato quando sono tornato a casa, dopo due anni e tre mesi di ospedale con l‘idea in testa di cominciare a fumare una pipa e fino a lì, nulla di particolare, ma quando si è trattato di mettere in pratica il "fumar lento" è stato davvero complicato. Per chi come me, è entrato quel fatidico giorno in ospedale, pensando di uscirne indenne dopo circa una settimana, col pensiero di non poter mettere in bocca per un pò di tempo le sue amate (all‘epoca) bionde, mi sono ritrovato senza più il loro desiderio, ma con il pensiero fisso a quel pezzo di legno con attaccato un tubetto nero che pensavo fosse plastica. Dopo solo dieci giorni che mi trovavo finalmente a casa, arriva lui, il fidanzato di mia figlia, che con la storia delle pipe ha sempre qualcosa a che fare, e cosa fa il ragazzo? Mi regala proprio una pipa, una piccola "principessa" scura, rusticata e poco capiente. Preso dalla foga, la carico premendo il più possibile nel fornello il primo tabacco che mi trovo sotto mano, la accendo con un accendino, che sembrava più un lanciafiamme e incomincio a succhiare come se stessi aspirando una marmellata con una cannuccia per bibite. Non vi dico come sentivo la lingua dopo solo tre minuti che mi stavo dedicando a quello che di là a poco sarebbe diventata la mia grande passione. Dopo quei tre minuti mi sono ritrovato con la lingua che sembrava una patata bollita e bollente in bocca e la pipa che ho dovuto appoggiare sul tavolo perchè sembrava più una tazza di cioccolata bollente, di quelle che non riesci ne a tenere in mano, ma neppure avvicinare alle labbra. A quel punto mi sono chiesto se davvero fosse così bello fumare una pipa e non fosse più facile tornare al vecchio vizio della carta farcita e chiusa su un lato da un piccolo cilindro di spugna e invece no, mi sono informato, ho letto, ho studiato, ho fatto passare ogni tipo di articolo, video e tutorial, che avesse a che fare con la radica, la schiuma di mare, il metacrilato, l‘ebanite, il come caricare la pipa e qui ci sarebbe da scrivere tanto, ma ad un certo punto ho cominciato ad allenarmi, proprio come un bimbo incomincia ad andare in bicicletta, prima con le rotelle a fianco e poi, piano piano cercando di arrivare il più lontano possibile e soprattutto cercando di fare meno fatica ogni volta che si pedala. Oggi devo dire che le rotelle le ho tolte da un pò ed ora sto facendo bene, la pipa non la faccio più arrivare a temperature da fonderia e aspiro come se stessi sorseggiando un margarita seduto, ovviamente sulla mia fedele carrozzina, ma magari immaginando di essere davanti ad una spiaggia caraibica o ancora meglio fra le montagne di una delle nostre valli. Per il fumo lento ci vuole tempo per imparare, ma quando si riesce a pedalare da solo è una passione che non ti molla più. Gigi.

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